Materiale sulle inchieste

“Sequestro Moro. Sentenza di morte. Il più grande intrigo internazionale della storia italiana”.

Dal 9 maggio 2011 è in uscita, in allegato con l’Unità, il documentario “Sequestro Moro. Sentenza di morte”. Il film-documentario è diretto dal regista Franco Fracassi ed è scritto dai giornalisti Lorenzo Fiorillo, Giulia Migneco e Carla Sollazzo.  Si tratta di un film che mette in luce i misteri del rapimento di Aldo Moro, il Presidente della Democrazia Cristiana, il primo partito politico dal dopoguerra in poi. Aldo Moro viene sequestrato il 16 marzo 1978 da un commando delle Brigate Rosse, proprio quando sta portando avanti il più complesso programma di rinnovamento del quadro politico nazionale mai avvenuto in trent’anni, che prevedeva l’ingresso del Pci nell’area di governo. Sono le ore 9:02 quando un commando delle Br rapisce, in via Fani, l’Onorevole Aldo Moro, uccidendo i cinque agenti della scorta: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Domenico Ricci. L’on. Aldo Moro viene estratto a forza dalla sua auto e caricato su una Fiat 132 guidata dal brigatista Seghetti. Durante l’agguato però numerose furono le stranezze riscontrate. In tempi diversi, si incepparono tutte le armi dei quattro avieri. Una, addirittura, non sparò proprio. Secondo la perizia e alcune testimonianze si scoprì successivamente che forse a partecipare all’agguato insieme ai brigatisti ci fosse qualcun altro. Il documentario cerca, attraverso numerosissime interviste ai vari giudici che hanno seguito gli infiniti processi istituiti sul Caso Moro, numerosi giornalisti, storici e testimoni di quel periodo, di spiegare chi poteva essere presente quel giorno in via Fani, oltre i brigatisti e soprattutto chi poteva spingere affinchè Moro scomparisse dalla scena politica. Da quella mattina infatti sono passati trentatré anni, innumerevoli processi, due Commissioni Parlamentari e tante inchieste giornalistiche ma i fatti non sono chiari, sulla parte mancante aleggia ancora un alone di mistero. “Sequestro Moro. Sentenza di morte. Il più grande intrigo internazionale della storia italiana” è un documentario che mette insieme tutto quello che fino ad oggi sappiamo e soprattutto quello che ancora non abbiamo avuto modo di conoscere, ricostruendo fatti, analizzando documenti, riportando testimonianze e rivelazioni dei protagonisti del caso Moro, raccontando quello che non è stato ancora detto. Partendo dalla ricostruzione dell’agguato in via Fani e dei 55 giorni di prigionia, verranno scandagliati i misteri legati al rapimento, all’operazione Lago della Duchessa e alle rivelazioni di Steve Pieczenik, ai covi, ai legami con la Banda della Magliana e con i servizi segreti italiani ed internazionali, agli affiliati della segreta P2, ai reperti scomparsi e a quelli rinvenuti in via Monte Nevoso a Milano. Trentatré anni dopo questo clamoroso sequestro, Sequestro Moro. Sentenza di morte, continua ad interrogarsi e ad indagare.

FRASI ESTRATTE DALLA SCENEGGIATURA DEL DOCUMENTARIO “SEQUESTRO MORO. SENTENZA DI MORTE. IL PIU’ GRANDE INTRIGO INTERNAZIONALE DELLA STORIA ITALIANA

Flamigni, membro della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul caso Moro: I brigatisti racconteranno di aver fatto l’inchiesta su Andreotti e Fanfani ma poi avevano scelto Moro perché era più esposto, perché non aveva la macchina blindata. Ma in realtà l’avevano già scelto prima. 



Imposimato, giudice istruttore del processo Moro: C’è da ricordare che nel febbraio 1978, secondo le stesse dichiarazioni di Francesco Cossiga e anche del capo dei servizi segreti, i servizi e il Ministero dell’Interno erano stati informati del fatto che stava per essere compiuta una importante operazione ai danni di un esponente di vertice della Dc, questo è un dato di fatto pacifico. Ora, questo esponente di vertice della Dc non poteva che essere Aldo Moro.


Giannuli, consulente Commissione stragi: La sera stessa del rapimento la televisione trasmetteva una ventina di foto di persone ricercate. Effettivamente fra di loro parecchie avevano partecipato al sequestro di Moro. E’ da riflettere il fatto che gran parte di quelle foto erano effettivamente dei brigatisti che erano in via Fani in quel momento. Quello che fa capire che tutto sommato i servizi di informazione e sicurezza sapevano molto di più di quanto noi non crediamo sulle Br, già prima del rapimento.


De Luttis, storico dei servizi segreti: Al momento del sequestro certamente la Loggia P2 era un vero governo occulto, un centro di potere al quale aderivano i capi dei servizi segreti. Questa forse è la spiegazione per comprendere come mai tremila agenti del Sismi, o del vecchio Sid, più gli agenti dell’ex Ufficio affari riservati, più l’istituendo servizio Sisde non siano riusciti a trovare un uomo che era con ogni probabilità prigioniero a Roma in qualche località, forse addirittura di proprietà di un Ministero.



Willan, giornalista e autore del libro I burattinai: Io ho parlato varie volte con Licio Gelli e mi ha colpito, in particolare in una prima occasione in cui abbiamo toccato l’argomento del sequestro Moro e lui mi ha detto con una brutalità che ho trovato sorprendente che a loro non interessava salvare Moro.



Provvisionato, giornalista e autore del libro Doveva morire: Ferracuti è quello che per primo –  iscritto alla P2 anche lui e, per sua ammissione, agente della CIA – dice a più riprese: “La prima cosa che dobbiamo fare è svalutare l’ostaggio. Perché finché l’ostaggio ha un valore c’è il problema dello scambio”.


Fasanella, autore del libro Intrigo internazionale: E’ assai probabile che le BR fossero state infiltrate da diversi tipi di servizi segreti. E anche assai probabile che proprio a HYPERION fosse stato commissionato un servizio di altissimo livello quale il sequestro di Aldo Moro. L’HYPERION noi sappiamo che era il cervello politico delle BR, sappiamo anche che un mese prima del sequestro aprì due sedi in Italia, una a Roma e una a Milano. Sappiamo anche che le richiuse un mese dopo dell’assassinio di Moro. Mi pare che questi semplici fatti messi uno accanto all’altro possano dire molte cose.

Imposimato: Certamente c’erano infiltrati nelle BR. Moretti sicuramente ha fatto diversi viaggi a Parigi e si è messo in contatto con esponenti dell’Hyperion. Questi viaggi erano finalizzati, tra l’altro, al fatto di acquisire armi, che venivano forniti da parte dell’OLP grazie all’intermediazione dell’Hyperion


De Lutiis: I servizi segreti con molta probabilità hanno avuto un ordine preciso quello di non indagare sul caso Moro […] perché la qualità professionale degli uomini del Sismi di quel periodo erano di una capacità tale che avrebbero sicuramente scoperto dove era tenuto Moro. […] Pieczenik recentemente ha spiegato che in effetti le direttive statunitensi non erano per una ricerca affannosa di dove Moro era tenuto prigioniero.

Fasanella: Molti indizi ci dicono che uomini della RAF erano presenti in Italia alla vigilia del sequestro Moro. Addirittura […] secondo molte testimonianze Prospero Gallinari era a cena in una pizzeria romana nei pressi di Piazza Bologna […] con un uomo della RAF, proprio la sera prima del sequestro. l’operazione Moro dal punto di vista militare era un’operazione che le nostre BR non erano in grado di fare perché non avevano quella capacità militare che la RAF aveva.


Priore: Questa mi sembrò già una stranezza. Altre stranezze sono quelle di aver avuto testimonianze della presenza di persone che parlavano in tedesco. E allora si è ipotizzato che su via Fani ci fosse anche qualche militante della RAF. C’era comunque una persona, e anche questa è una stranezza di via Fani, che sapeva sparare molto bene….

Willan: Non è chiaro se Gladio abbia avuto un ruolo nel sequestro, sicuramente ci sono dei punti di contatto. C’è questo colonnello Guglielmi, un addestratore di gladiatori, che è stranamente presente la mattina del 16 marzo in via Fani. Dice che aveva un appuntamento per il pranzo però sta li alle nove, nove e mezza di mattina…

Giannuli: L’Anello era un servizio segreto clandestino e irregolare che affiancava il servizio segreto militare e al quale erano delegati lavori sporchi, quelli nei quali i servizi segreti cercano di non comparire mai in prima persona.
Il noto servizio ha operato non per salvare Moro ma per recuperare le informazioni e per condizionare le BR in modo che le BR non rivelassero quanto avevano saputo da Aldo Moro.
Stefania Limiti, autrice del libro l’Anello della Repubblica: In quel posto non c’era solo un pezzo dell’archivio dell’Anello, ma c’erano uomini che si muovevano e rispondevano ad una logica che non aveva nulla a che fare con la logica che deve guidare le istituzioni dello Stato. Quella struttura arrivava lontano, fino oltre oceano.
Cucchiarelli, giornalista ANSA: La Mafia, la ‘Ndrangheta, la Camorra, la Banda della Magliana, avevano scoperto dove era Moro. In un certo momento durante la fase delle trattative, lo Stato fa sapere alla Mafia, alla Camorra, alla ‘Ndrangheta, che devono disinteressarsi alla liberazione del presidente DC. Abbiamo una mole di documentazione su questo fatto da più fonti, da più soggetti, e tutte sono convergenti, tutte s’incrociano.

De Cataldo, giudice istruttore: La banda […] individua il quartiere Monteverde Gianicolense come quartiere dove potrebbe esserci la prigione di Moro. A quel punto però arriva lo stop […] le ricerche devono cessare, non si vuole più trovare la prigione di Moro

Castronuovo, autore del libro Vuoto a perdere: Un ruolo importante della vicenda, soprattutto perché avrebbe potuto dare una svolta positiva alle indagini è quello del dep. Dc Cazora, avvicinato dall’ndrangheta calabrese. Cazora avverte Cossiga dell’accaduto, ma questi gli nega permesso di agire.

Cazora, figlio del democristiano Benito Cazora: Mio padre decise di interessarsi al caso Moro perché ricevette una telefonata pochi giorni dopo il rapimento, da una persona che si qualificò come suo elettore e che era in grado di fornirgli degli elementi tali da poterlo mettere in condizioni di poter fare qualcosa. […] Dopo il primo incontro, mio padre comunica tutto al questore e al Ministero degli Interni, raccontando quanto è avvenuto. […] Successivamente, mio padre viene accompagnato da questi Calabresi lungo la Cassia. [..] Arrivati a via Gradoli, loro dicono testualmente: «Qui c’è il covo delle Brigate rosse». […] Mio padre comunica immediatamente la notizia al questore De Francesco, il quale lo chiamerà il giorno dopo e gli dirà che è andato a fare i controlli a via Gradoli e che non ha trovato assolutamente nulla.

Pellegrino: Nel 20° anniversario della morte di Moro, Scalfaro, Presidente della Repubblica, parlando alla Camera, quindi in luogo istituzionale, pose un problema: “E se noi abbiamo catturato e condannato gli esecutori del rapimento e dell’omicidio di Moro, io mi domando:  se noi non abbiamo preso soltanto i colonnelli e ci sia qualche generale che l’abbia fatta franca?”. Detta dal Capo dello Stato e dette in luogo istituzionale, queste parole ebbero un grande risalto.



Sequestro Moro, Sentenza di morte
Il più grande intrigo internazionale della storia italiana



Un’inchiesta diretta da Franco Fracassi

Prodotta da TELEMACO, THALIA GROUP, NETLORDS, EIDOS COMMUNICATION



In vendita nelle edicole in allegato a L’Unità dal 9 maggio 2011





Ufficio stampa: Barbara Perversi +39.347.9464485 – barbara.perversi@gmail.com


IL FILM. Sarà in vendita nelle edicole dal 9 maggio 2011, allegato al quotidiano L’Unità ed in occasione del trentatreesimo anniversario della morte di Aldo Moro, Sequestro Moro, Sentenza di morte. Il più grande intrigo internazionale della storia italiana un’inchiesta diretta da Franco Fracassi e prodotta da Telemaco, Thalia Group, Netlords, Eidos Communication. Materiali su ilcasomoro.blogspot.com.
Sequestro Moro, Sentenza di morte. Il più grande intrigo internazionale della storia italiana è il secondo titolo di Segreti e bugie, un’intera collana di inchieste giornalistiche prodotte e realizzate da un gruppo di giornalisti e registi italiani, stilisticamente innovative e che cerca di andare a scavare in grandi scandali, misteri e temi di attualità italiana ed internazionale. Un titolo al mese, a volte in occasione di anniversari importanti, sempre in uscita in allegato con il quotidiano L’Unità e acquistabile anche via internet sul sito telemaco-inchieste.blogspot.com. Successivamente alla vendita in edicola sarà possibile vedere alcuni dei film in streaming sulla piattaforma digitale www.onthedocks.it. Tra i prossimi titoli Le stigmate e il denaro Padre Pio, business e miracoli a giugno e G Gate sul G8 di Genova a luglio.
Dopo il primo titolo, Sangue e cemento, dedicato alle cause che hanno determinato i crolli e i morti del terremoto in Abruzzo nel 2009 (e candidato ai Nastri d’argento come miglior documentario italiano), il secondo film inchiesta si concentra su una delle grandi ferite aperte della storia d’Italia: il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana, consumati nel 1978.
Sequestro Moro, sentenza di morte è un’inchiesta che spiega finalmente in modo chiaro e diretto quali sono i misteri ancora irrisolti dell'atto terroristico che deviò il corso della storia d'Italia, dando voce a giudici, giornalisti e scrittori che si sono occupati in prima persona del caso Moro. Un film che scava nell’intreccio di intrighi di cui è pervaso un caso che rimane aperto. Un’opera innovativa che utilizza tecniche narrative insolite per un documentario: cartoni animati, fumetti, ricostruzioni in 2D, grafiche in stile Csi. Una ricostruzione del sequestro Moro come non si è mai vista. Per capire. Per riflettere sulla nostra storia.

LA STORIA. Italia, 1976. Le Brigate Rosse danno il via alla stagione detta degli Anni di Piombo. La Democrazia Cristiana vince le elezioni politiche ma il Partito Comunista conquista il 34% dei voti. Il Presidente della DC Aldo Moro propone l’alleanza con il Pci di Enrico Berlinguer, aprendo la possibilità all’ingresso del più grande partito comunista occidentale nell’area di Governo.
Un’ipotesi che si rivela ben presto scomoda a troppi. Non piace agli Stati Uniti. Non piace ai potenti dell’economia. Non piace a gran parte delle forze di polizia e dei Servizi segreti. Non piace alla loggia massonica segreta P2.
Roma, 1978. Aldo Moro viene rapito il 16 marzo in via Fani. 9 maggio: il cadavere di Aldo Moro viene fatto ritrovare in via Caetani, abbandonato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa.
Nei 55 giorni di prigionia, Aldo Moro scrive di proprio pugno, su una serie di block-notes, le risposte agli interrogatori delle Brigate Rosse. Scrive un vero Memoriale e diverse lettere indirizzate ai familiari e ai colleghi di partito nonché esponenti delle istituzioni. Parte di questi scritti sono stati ritrovati: ma quali mancano e cosa rivelavano?
Dal 16 marzo 1978 sono passati trentatré anni, quattro processi, due Commissioni parlamentari, e tante inchieste giornalistiche. Eppure sul sequestro, la prigionia e l’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro i fatti non sono ancora chiari.
Molte le domande ancora sospese e a cui il film cerca di dare risposta: chi ha deciso il sequestro e perché? A chi faceva comodo la scomparsa dello statista? Da chi era composto veramente il gruppo di fuoco di via Fani? Dove è stato tenuto prigioniero Moro? Chi l’ha materialmente ucciso? Le brigate rosse hanno veramente agito da sole? Che ruolo hanno avuto i servizi segreti italiani e stranieri e addirittura le organizzazioni criminali nostrane? Perché la prigione non è stata trovata? Quale ruolo ha avuto il sistema politico italiano nella gestione del rapimento? Si voleva veramente liberare Moro?

LE TESTIMONIANZE.  Tra le voci che raccontano e ricostruiscono una delle pagine più oscure della vita della repubblica italiana vi sono: il giudice istruttore e scrittore Giancarlo De Cataldo; Rosario Priore e Ferdinando Imposimato, giudici istruttori del processo Moro; Sergio Flamigni, membro Commissione parlamentare d’inchiesta Moro; Ansoino Andreassi, ex funzionario della DIGOS; Giovanni Pellegrino, Presidente Commissione parlamentare stragi; i giornalisti Giovanni Fasanella (autore del libro “Intrigo Internazionale”), Sandro Provvisionato (autore del libro “Doveva Morire”),  Annibale Paloscia (Capo-redattore cronaca ANSA nel 1978), Philip Willan (autore del libro “I burattinai”).


SCHEDA TECNICA

Titolo                                     SEQUESTRO MORO, SENTENZA DI MORTE. IL PIÙ GRANDE INTRIGO
                                               INTERNAZIONALE DELLA STORIA ITALIANA

Una produzione                   TELEMACO, THALIA GROUP, NETLORDS, EIDOS COMMUNICATION

Produttore Esecutivo          GIULIA MIGNECO

Regia                                      FRANCO FRACASSI

Sceneggiatura                       LORENZO FIORILLO, GIULIA MIGNECO, CARLA SOLLAZZO

Inchiesta di                           LUCIA BRAICO, LORENZO FIORILLO, ANDREA PETROSINO,
CARLA SOLLAZZO

Riprese                                  RUBEN LAGATTOLLA, FEDERICO ZANOTTI

Montaggio                             SIMONE PALLICCA, DANILO VITTORI

Musiche                                 ALESSANDRO MOLINARI

Colorist                                  MARIO PAGLIA

Disegni                                  GIANLUCA ROMANO, FRANCESCO VENTURI

Animazioni                            SILVIO DI PROSPERO, LORIS LACCU

Hanno collaborato               CARMEN GALZERANO, GLORIANA GIAMMARTINO

Si ringraziano: Archivio Flamigni, Ilaria Moroni, Alessandro Forlani, Carlo Infanti, Massimo Mastrogregori.

Tutti i brigatisti contattati hanno rifiutato di rilasciare l’intervista

Durata: 52’
Ó Telemaco 2011

Contatti:
T.P.F. Telemaco Srl
Via di Monserrato, 7 00186 Roma
Tel: +39 06 6873212
Cell: +39 3289095639 - +39 3400870331
e-mail: telemacoinchieste@gmail.com
Per gli eventi: telemaco.eventi@gmail.com - Per l'acquisto dei dvd: http://telemaco-inchieste.blogspot.com

Ufficio stampa: Barbara Perversi +39.347.9464485 – barbara.perversi@gmail.com

PERSONAGGI

Sono molti i volti, i nomi e le sigle di organizzazioni coinvolte a vario titolo nel sequestro e nell’uccisione di Aldo Moro.

ALDO MORO
Presidente della Democrazia  Cristiana. Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri. Una volta ministro degli affari esteri, una volta ministro di Grazia e Giustizia, una volta ministro della Pubblica Istruzione. Nel 1959 è segretario politico della Democrazia cristiana, nel 1974 Presidente del Consiglio Nazionale del partito, nel 1976 è presidente della Democrazia Cristiana. Fautore del primo governo di centro-sinistra di "solidarietà nazionale". Promotore del “compromesso storico”.

BRIGATE ROSSE
Mario Moretti detto la Sfinge: dirigente del Comitato Esecutivo dal 1974 al 1981. Arrestato nel 1981 e condannato a sei ergastoli. Irriducibile.

Barbara Balzerani detta la Primula Rossa: dirigente delle Brigate Rosse. Arrestata nel 1985 e condannata a tre ergastoli. Irriducibile.

Valerio Morucci detto Pecos: membro della colonna romana dal 1976. Arrestato nel 1979 e condannato a più ergastoli. Dissociato.

Adriana Faranda detta la Vescica di ferro: membro della Direzione strategica delle Brigate Rosse. Arrestata nel 1979 e condannata a 15 anni di carcere. Dissociata.

Bruno Seghetti detto Claudio: membro della colonna romana delle Brigate Rosse. Arrestato nel 1980 e condannato all’ergastolo. Ex militante.

Prospero Gallinari detto il Gallo: membro della colonna romana dal 1977. Arrestato nel 1979 e condannato a tre ergastoli. Irriducibile.

Anna Laura Braghetti detta la Delfina: membro della colonna romana delle Brigate Rosse. Intestataria dell'appartamento di via Montalcini (uno dei probabili nascondigli in cui venne recluso Moro). Arrestata nel 1979 e condannata all’ergastolo. Ex militante.

Corrado Simioni, detto il “Grande vecchio”: fondatore della scuola di lingue Hyperion. Braccio destro di Abbé Pierre. Capo del Superclan.  Condannato a 4 ergastoli.

Duccio Berio: militante politico italiano, terrorista, mercante d’armi e spia. Cofondatore della scuola di lingue Hyperion. Implicato nel 1990 per traffico d’armi tra l’OLP e le BR.

Vanni Mulinaris: cofondatore della scuola di lingue Hyperion. Inquisito per partecipazione a banda armata, introduzione clandestina di armi nel territorio italiano, insurrezione armata contro lo Stato.

LA P2
Licio Gelli: "Maestro Venerabile" della loggia massonica Propaganda 2.
Condannato per: depistaggio indagini strage Bologna 1980 (85 morti, 200 feriti); procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato; calunnia; bancarotta fraudolenta (Banco Ambrosiano).

Franco  Di Bella: Tessera P2 n° 1887, fascicolo 0655. Direttore del “Corriere della Sera” dal 1977 al 1981.

Franco Ferracuti: Tessera  n° 2137, fascicolo 0849. Psichiatra e criminologo. Collaboratore della Cia.

Giuseppe Santovito: Tessera n° 1630, fascicolo 0527. Direttore Sismi.

Giulio Grassini: Tessera n° 1620, fascicolo 0515. Direttore Sisde.

Walter Pelosi: Tessera n° 1873, fascicolo 0754. Prefetto.

Francesco Malfatti di Montretto: Tessera n° 2099, fascicolo 0812. Segretario generale della Farnesina.

Aldo Ferrari: Tessera n° 2174, fascicolo 0891. Direttore generale BNL.

SERVIZI SEGRETI
CIA: servizio segreto degli Stati Uniti
KGB: servizio segreto dell’Unione sovietica
MOSSAD: servizio segreto israeliano
STASI servizio segreto della Germania Est
SDECE: servizio segreto francese
GCHQ: servizio segreto della Bulgaria
BIS: servizio segreto della Cecoslovacchia

Steve Pieczenik: l’uomo delle cospirazioni. Negoziatore ed esperto di terrorismo internazionale. Funzionario del Dipartimento di Stato Statunitense e consulente americano presso il governo Andreotti.

RAF (Rote Armee Fraktion): conosciuta anche come Banda Baader-Meinhof, legata all’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero. Dal 1970 al 1992 compie 27 azioni terroristiche tra omicidi, attentati, dinamitardi, dirottamenti e sequestri di persona.

Martin Schleyer: presidente della Confindustria tedesca. Rapito il 5 settembre 1977 dal gruppo terroristico RAF ed ucciso il 19 ottobre 1977.

Markus Wolf detto “Mischa”: capo della STASI dal 1958  al 1987. La spia più famosa del mondo dal dopoguerra a oggi.

Gladio: struttura paramilitare segreta creata dalla NATO nel 1949 per contrastare un eventuale invasione sovietica dell’Europa Occidentale, coinvolta in stragi e operazioni terroristiche in Francia, Belgio, Germania e Italia.

Anello: struttura paramilitare segreta, così segreta da non avere nome. Conosciuta come Noto Servizio fu creata dal generale Mario Roatta nel 1945 per ostacolare le sinistre e condizionare il sistema politico con mezzi illegali, ma senza sovvertirlo.

Raffaele Cutolo: capo e fondatore della Nuova Camorra Organizzata. Condannato a 4 ergastoli in regime di 41bis, il carcere duro per i mafiosi.

Antonio Giuseppe Chichiarelli, detto "Tony": pittore e falsario legato alla banda della Magliana. Assassinato nel settembre del 1984 in circostanze mai chiarite.

Francesco Fonti:  membro della 'ndrangheta. Condannato a 50 anni di carcere. Collaboratore di giustizia dal 1994.





L’AUTORE

FRANCO FRACASSI
“Se col mio lavoro faccio arrabbiare qualcuno che conta allora vuol dire che  ho fatto la cosa giusta”. Franco Fracassi è un giornalista d’inchiesta che da qualche anno ha scelto la strada del cinema per rendere più efficace il suo lavoro.
Fracassi ha cominciato la professione di reporter 23 anni fa. All’epoca lavorava per un settimanale che ha fatto epoca, un giornale realmente combattivo e indipendente da tutto il potere: “Avvenimenti”. Il suo primo reportage da inviato è stato il racconto della caduta del Muro di Berlino. Poi tanti altri racconti, sempre in giro per il mondo, dalla Russia al Sudafrica, dall’Estremo Oriente all’estremo nord. Racconti di guerra dalla Bosnia, dal Kosovo, dall’Iraq, dall’Angola. Racconti di scandali politici e finanziari, racconti di eventi storici, come il G8 di Genova del 2001 o il processo all’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, racconti di luoghi sperduti, come l’Uiguristan o le miniere di diamanti al confine con il Congo.
Negli stessi anni ha scritto libri d’inchiesta sull’internazionale nera (“Quarto Reich”), sull’assassinio in Somalia dei giornalisti Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (“Ilaria Alpi”), sul saccheggio della Russia da parte del potere del presidente Boris Eltsin e della mafia (“Russiagate”) e sulla bomba nucleare iraniana (“La bomba di Allah”).
Nel 2004 Fracassi ha deciso di lasciare il giornalismo scritto e di dedicarsi alla realizzazione e alla produzione di documentari d’inchiesta, fondando la società di produzione Telemaco. “Se in questo Paese si vuole fare giornalismo serio e non supino bisogna essere indipendenti. Solo così si può indagare su chiunque o su qualunque cosa liberamente”.
La nuova avventura ha portato Fracassi a cimentarsi su inchieste nazionali e internazionali. Due su tutte. “Zero – inchiesta sull’11 settembre”, il documentario italiano più visto nel mondo, con oltre 250 milioni di spettatori, e “Sangue e cemento”, l’inchiesta che ha cercato di svelare le ragioni del crollo degli edifici all’Aquila durante il terremoto, film candidato ai Nastri d’argento come miglior documentario italiano. Poi è stata la volta di “Le dame è il Cavaliere”, un’inchiesta su Berlusconi e le donne, “Blue Ghosts”, che tratta delle donne in Afghanistan.

LA PRODUZIONE
La T.P.F. Telemaco Srl è stata fondata nel 2004 da Franco Fracassi, giornalista e inviato di guerra e da Thomas Torelli. La società si occupa di realizzare documentari per il cinema, la televisione e l'home video, reportage e soprattutto inchieste, spesso scomode e poco gradite ai poteri forti. Il team è composto da giovani giornalisti che hanno in comune l'idea di un'informazione davvero libera e indipendente. Oltre a Franco Fracassi, dal 2010, fanno parte della squadra Massimo Lauria, Giulia Migneco e Giorgia Pietropaoli. Tantissimi altri giovani giornalisti o anche solo aspiranti collaborano alle tante inchieste che la Telemaco cerca di realizzare.
La Telemaco propone un giornalismo diverso, fatto di indagini, di ricerche, di domande. Perché oggi, in Italia, i giornalisti non fanno più domande. Fare informazione libera e indipendente è un'utopia: la Telemaco si impegna quotidianamente affinché questa utopia diventi realtà. La Telemaco combatte tenacemente affinché il giornalismo torni a fare ciò che dovrebbe fare: informare.

Filmografia


- C'era una volta Bam (2004)
- Gli uomini che cambiarono il mondo (2005)
- L'altro Messico (2006)
- Zero, inchiesta sull'11/09 (2007)
- Sognavo le nuvole colorate (2008)
- Sangue e cemento (2009)
- Le dame e il Cavaliere (2010)